lunedì 17 settembre 2012

FAI BEI SOGNI


Fai bei sogni

Massimo Gramellini

Longanesi

€ 14,90


L’ho vista armeggiare con chiavi da gnomo intorno ai cassetti del comò. Fra le sue belle mani piene di nodi è spuntata una busta marrone.
Me l’ha consegnata con un tremolio nella voce.
«Dopo quarant’anni sarebbe ora che qualcuno ti dicesse la verità».

Gramellini ci consegna un gran bel romanzo, costruito su una storia autobiografica molto toccante, una storia sotterrata per quarant'anni, la storia di un bambino che cresce e che diventa adulto, la storia di una mamma che non c'è più e di un mostro che lo assale incutendogli paura di vivere.


Massimo Gramellini
La mamma, dopo aver scoperto un brutto male, si suicida l'ultimo giorno dell'anno. Il piccolo Massimo non ha che nove anni e al risveglio deve fare i conti con la sua assenza: gli viene inizialmente detto che la mamma deve sbrigare alcune commissioni fuori e che sarebbe tornata, ma, col passare del tempo, la versione cambia e s'avvicina a quella vera: la mamma è morta d'infarto. È così che, per molti anni, il piccolo prova a fare i conti con questa grossa mancanza e si rifugia dietro il silenzio, nel quale cerca aiuto per sopportare una vera e propria tragedia. Tuttavia, rinnegare la realtà non fa che accrescere il timore di vivere. Arriverà un giorno, però, nel quale il protagonista deve affrontare la verità e decide di immergersi nel suo dolore, per superarlo e togliersi di dosso quel mostro, per vincere e tornare a vivere. Indicativa è una frase che ricorre più volte nel romanzo, fin quando viene pure spacciata per propria dall'autore, ma che deriva da I Miserabili di Victor Hugo, una frase che aiuta a capire l'atmosfera e il colore di tutta la storia: "Ce n’est rien de mourir. C’est affreux de ne pas vivre" ("È nulla il morire. Spaventoso è non vivere").
Il romanzo scorre veloce e si legge tutto d'un fiato così com'è stato scritto: è lo stesso autore a confessare che il romanzo è cresciuto in tre settimane. La storia, attinta direttamente dal vissuto di Gramellini, può sembrare una storia come tante altre e forse lo è: sarà capitato ad altre persone di perdere la mamma quando erano bambini. Ma il giornalista sa rendere la storia unica, sa conquistare il lettore pagina dopo pagina facendogli vivere le vicende del protagonista. Il lettore viene trascinato nel vortice di eventi che sconvolgono la vita di un bambino, di un adolescente e di un adulto che ha una ferita non ancora sanata; il lettore riflette con l'autore, sente le sue paure, anela alle sue gioie, si commuove con lui, lo segue nel difficile percorso. A fianco all'aspetto fortemente emotivo del romanzo, l’ironia propria di Gramellini viene aggiunta sapientemente e alleggerisce con efficacia la lettura.
Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi.


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