venerdì 13 maggio 2011

DONNE E LETTURA: QUEL BINOMIO CHE...

Visto che a Torino è in corso il Salone Internazionale del Libro, apertosi giovedì scorso e che si concluderà il prossimo lunedì, mi pare del tutto in tema riportare i risultati, relativi al 2010, di una ricerca Istat sullo stato della lettura in Italia. Secondo il famoso istituto di statistica, nel 2010 il 46,8% della popolazione di 6 anni e più ha dichiarato di aver letto, per motivi non strettamente scolastici e/o professionali, almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista. Nello stesso anno si è registrata una crescita della quota di lettori di libri: dal 45,1% del 2009 si è passati al 46,8%. Rispetto al 2009, inoltre, sono aumentate sia le differenze territoriali sia quelle sociali: la quota di lettori cresce nel Nord-ovest e nel Centro e, soprattutto, tra i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti. Il dato che fa sorridere riguarda la fascia di età: la quota più alta di lettori si registra tra gli 11 e i 17 anni, con un picco tra gli 11 e i 14 anni. Questo andamento tende a decrescere all’aumentare dell’età: infatti, già a partire dai 35 anni, la quota di lettori si colloca intorno al 50% per diminuire in maniera drastica dopo i 65 anni.




L'elemento che ritengo più interessante e che mi ha colpito favorevolmente è il seguente: le donne leggono più degli uomini, vale a dire che le lettrici sono il 53,1% rispetto al 40,1% dei lettori. Tali differenze di genere sono presenti in tutte le fasce di età e risultano molto marcate tra i 20 e i 24 anni, dove la quota di lettrici sfiora il 65%, mentre quella dei lettori si ferma al 41,3%. Questa forbice tende a ridursi significativamente con l'età, in particolare dopo i 65 anni. A tutto questo dobbiamo aggiungere che, considerando "lettori deboli" coloro che hanno letto al massimo 3 libri nei 12 mesi precedenti l’intervista e "lettori forti" coloro che hanno letto 12 o più libri nello stesso arco temporale, le donne sono anche lettrici forti.
E come si spiega questa superiorità delle donne? Come possiamo spiegare il fatto che le donne leggono più degli uomini? Possiamo dare molte spiegazioni, nessuna delle quali è da ritenere definitiva. Sul sito Feltrinelli.it, al sondaggio "In Italia più del 60% dei lettori di libri sono donne. Ti sei mai chiesto perché? Dai la tua opinione!", il 68% ha risposto perché "sono dotate di immaginazione", il 22% per "consolarsi dei loro uomini" e il 10% perché "vivono nel mondo dei sogni". Ciò che emerge in maniera netta e che potrebbe spiegare, almeno parzialmente perché le donne sono grandi lettrici, è la loro abilità di immaginare, creare, lasciare partire la fantasia: dal sondaggio viene fuori che immaginazione e sogno - le due risposte più gettonate dai votanti - giocano un ruolo fondamentale e possono ampiamente spiegare quanto la mente femminile sia aperta ad accogliere le fantasie e le profondità della lettura. A tal proposito, i tre concetti espressi dai votanti ritornano in maniera sibillina nella prefazione di Daria Bignardi per il libro fotografico Le donne che leggono sono pericolose (Rizzoli)."Le donne che leggono sono pericolose perché non si annoiano mai e qualunque cosa accada hanno sempre una via di fuga: se ne infischiano se le fai troppo soffrire perché loro s’innamorano di un altro libro…"
Giuditta Marvelli, sul blog La 27^ ora di Corriere.it, a tal proposito, mostra in rassegna ciò che ha provato a fare il magazine inglese The Observer, ovvero dei distinguo psicologici. "Le donne statisticamente sono lettrici accanite, quando iniziano un romanzo devono arrivare alla fine. Gli uomini, invece, spesso rientrano nella categoria dei collezionisti distaccati: accumulano, in buona fede, titoli di saggistica che non leggeranno mai." In realtà, una spiegazione alla domanda che ci siamo fatti si può rintracciare nella maggior propensione che in generale le donne hanno avuto nei confronti delle lettere; a tal proposito, mi piace sottolineare come i risultati PISA, il Programme for International Student Assessment, hanno mostrato che nei 37 Paesi Ocse i maschi sono più portati per la matematica e le scienze, fatta eccezione per le liceali islandesi che si distinguono per le capacità in matematica e quelle statunitensi ed australiane che danno del filo da torcere ai propri colleghi. Ma se invece il motivo fosse, più semplicemente, da ricercare nel puro piacere personale? Certo, perché no? La Marvelli, tra l'altro, segnala il libro dello scrittore argentino Ricardo Piglia (L’ultimo lettore, Feltrinelli), il quale analizza vari personaggi letterari, tra cui Emma Bovary e Anna Karenina, accanite lettrici ante litteram. "La prima legge tra una corsa in carrozza e l’altra, la seconda in treno, di notte, alla fioca luce di una lampada. Ambedue sono decise, con stili diversi, a perdersi nella vita e nelle storie che leggono." Ma, oltre a queste immortali lettrici per antonomasia, nate dalla fantasia di Flaubert e Tolstoj, Piglia dedica uno spazio anche a quelle donne, grazie al cui sacrificio oggi possiamo leggere importanti opere della letteratura. "Alcune leggevano (e scrivevano) per i loro ingombranti mariti e datori di lavoro. Sofia Tolstoj copiò per sette volte Guerra e Pace, fino ad arrivare a pensare di averlo scritto lei. Vera Nabokov passò la vita a leggere e copiare i romanzi del consorte. E Fedor Dostoevskij sposò la segretaria, Anna Griegor’evna Snitkin, che aveva velocemente trascritto per lui, pressato dai debiti e dai creditori, Il giocatore e Delitto e Castigo. E ancora: Jorge Luis Borges, quasi cieco, assoldò una schiera di lettrici-scrivane che furono gli occhi e le mani del re."
Dal puro piacere personale all'amore per le lettere, dalla voglia di evasione dal mondo alla consolazione per amori infelici, le donne leggono di più e dalla lettura, afferma la Bignardi, traggono benefici: sembra proprio che la lettura si intreccia strettamente con la donna e la aiuta a destreggiarsi nel mondo. E gli uomini? Perché (non) leggono?

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